Progetto Mediazione scolastica "Con il conflitto capisco"

Con il conflitto capisco

 

 

 

Destinatari:

Studenti della scuola elementare, delle scuole medie e superiori con adeguamento degli strumenti operativi.

Adulti,genitori e insegnanti.

 

 

Premessa:

La relazione è ciò che costruisce i problemi e li risolve, non esiste un problema che non sia anche comunicazione.  Il conflitto è un elemento costitutivo dell’interazione umana, perché la differenza di opinioni, desideri e interessi, è inevitabile.  I contrasti rappresentano uno dei modi attraverso cui le persone possono entrare in relazione tra loro; veicolano la comunicazione. Litigare può  essere un momento importante e produttivo, consente di esprimere e rendere evidenti “messaggi”, che non si era riusciti a comunicare diversamente. Le persone urlano i propri bisogni e le proprie emozioni, dal momento che probabilmente, non era stato possibile comunicarli in altro modo. Questo può essere il momento in cui per la prima volta alcune cose possono essere dette ed essere viste chiaramente. E il litigio può diventare un’occasione di confronto e di crescita per le persone che vi sono coinvolte. Altre volte, superare il conflitto non è tanto semplice e il momento di crisi si protrae oltre i livelli di tolleranza tale da coincidere con il “prevalere” sull’altro o con il “distruggere” l’altro. Non è raro sentire i confliggenti pronunciare frasi del tipo “gliela farò pagare”, “non sa quello che l’aspetta”, “si pentirà di quello che ha fatto”[1]. Il conflitto può trasformarsi in un elemento positivo che permette l’evoluzione e la trasformazione delle relazioni tra le parti fino ad un avvicinamento, una comprensione, un rispetto ed una collaborazione maggiori. Dipenderà da come il conflitto viene affrontato, il fatto che possa risultare negativo, distruttivo o, al contrario, trasformarsi in una opportunità per conoscere di più se stessi e gli altri. Trasformarlo in una esperienza arricchente per le parti richiede l’utilizzo di abilità e procedimenti, uno dei quali è la mediazione[2].

La mediazione:

 

La mediazione rappresenta un metodo alternativo rispetto a quello giudiziario per risolvere i conflitti, essa è “creativa” visto che la soluzione non è imposta, come nel caso dei giudici ma è “creata” dalle parti. Il mediatore inteso come ruolo terzo, all’interno di una disputa tra due parti, svolge il ruolo di facilitatore della comunicazione tra le parti stesse per la chiarificazione delle rispettive posizioni e la ricerca di possibili soluzioni non violente al conflitto. La mediazione nasce negli Stati Uniti nel 1913 e arriva in Italia alla fine degli anni 80 con due esperienze significative: la prima nel 1987 a Milano ad opera del GEA (Centro Genitori Ancora), la seconda a Roma nel 1988 ed è frutto della collaborazione tra l’Università la Sapienza e l’ufficio tutela della Pretura di Roma[3].

La mediazione scolastica:

è uno dei procedimenti che si sono rivelati più efficaci per risolvere i conflitti nel contesto scuola. Le valutazioni effettuate dalle scuole che già da anni hanno applicato questo procedimento indicano i seguenti aspetti positivi:

·         Crea a scuola un ambiente più rilassato e produttivo

·         Contribuisce a sviluppare interesse e rispetto per l’altro

·         Aiuta a riconoscere e a valorizzare i sentimenti, gli interessi, le necessità, i valori propri e degli  altri.

·         Aumenta lo sviluppo di attitudini cooperative

·         Aumenta la capacità di risoluzione non violenta dei conflitti

·         Contribuisce a sviluppare le capacità di dialogo e a migliorare le competenze comunicative,  soprattutto un ascolto attivo.

·         Contribuisce a migliorare le relazioni interpersonali.

·         Favorisce l’autoregolazione attraverso la ricerca di soluzioni autonome e negoziate

·         Diminuisce il numero dei conflitti e, di conseguenza, il tempo dedicato a risolverli.

·         Favorisce la risoluzione di controversie in modo più rapido e meno costoso.

·         Aiuta a ridurre il numero di sanzioni ed espulsioni.


Obiettivi generali del progetto:
La mediazione scolastica lavora su questi aspetti: ascolto, dialogo, riconoscimento e rispetto dell’altro. È tesa a rendere possibile l’emergere di capacità mediatorie tra i giovani, la loro curiosità rispetto ai temi della mediazione, la voglia da parte loro di sperimentarsi nel ruolo di veri e propri mediatori.
[4]
Il percorso sarà diviso in due fasi:

  1. alfabetizzazione al conflitto per comprendere cos’è, gli elementi di cui si compone, le dinamiche di esso.
  2. sperimentarsi sulle competenze necessarie per affrontarlo e trasformarlo attraverso soluzioni creative e non violente.

Metodologia:

Lavori singoli e a piccoli gruppi per favorire sia il dialogo con se stessi, sia il dialogo con gli altri e un coinvolgimento su più piani (cognitivo, emotivo, relazionale). Si predilige una visione complessa ovvero di attenzione al singolo ( processi di senso individuali) e di attenzione al gruppo classe (dinamiche relazionali), si favorirà l’ascolto attivo e il dialogo.

Strumenti:

-carta d’identità, parole chiave, esercitazioni sull’oggetto: “pretesti” per facilitare la conoscenza reciproca, la condivisione dei significati, la condivisione di un pezzetto di storia individuale (aspetti emotivi).

-fiabe, cartoni animati per introdurre il tema del conflitto o far riflettere sulle competenze necessarie per affrontarlo in modo costruttivo.

-giochi di ruolo per favorire gli atteggiamenti cooperativi

-lavori in gruppo per sviluppare l’assertività e l’empatia.

Ausili necessari:

un’aula dove sia possibile spostare i banchi e disporre le sedie in cerchio, un televisore con video, una lavagna funzionale, fogli, matite colorate e pennarelli

Finalità:

La scuola riflette la società che è sempre più afflitta dalla violenza. Il fenomeno del bullismo sembra stia dilagando. L’aggressività diventa un modo per emergere sugli altri, praticata soprattutto in situazioni di disagio e disuguaglianza, incoraggiata socialmente da una legittimazione alla prevaricazione e alla furbizia. I giovani tendono a perpetuare l’unico modello che conoscono: la risposta violenta. Con questo percorso, verrà proposto agli studenti un linguaggio diverso da quello violento e verranno offerti loro degli strumenti pratici per gestire le situazioni conflittuali in modo creativo.

Obiettivi specifici e contenuti:

-migliore conoscenza di sé e dei valori a cui si fa riferimento. Osservazione e riflessione sul modo abituale di agire e reagire nelle situazioni difficili.

-ammettere che l’altro ha un punto di vista diverso dal nostro.

-apprendimento di tecniche di comunicazione per permettere agli allievi di esprimersi con minore aggressività possibile e ascoltare l’altro provando a mettersi al suo posto.

-sviluppo dell’immaginazione e della creatività per trovare altri sbocchi al conflitto, affinché si concluda con un accordo senza vincitori, né vinti.

Tempi, modi di realizzazione (proposta)

Si pensa ad un incontro ogni due settimane per un ciclo di 8-10 incontri (due ore ogni incontro, totale 20 ore). Ogni incontro prevede la co-conduzione cioè la presenza di due mediatori. Gli stili di conduzione sono necessariamente soggettivi e differenti; confrontare le diversità e “giocarle” come risorsa è, a nostro avviso, uno stimolante ed arricchente processo mediatorio. Utilizzare la co-conduzione è dunque un modo per condividere competenze e professionalità differenti e rappresenta l’opportunità di confrontare punti di osservazione.

Ampliamento del progetto:

Nel caso lo si ritenga utile e interessante, un lavoro analogo può essere svolto con un gruppo di adulti (insegnanti e genitori) al fine di agevolare maggiormente il percorso dei ragazzi. Gli incontri possono essere stabiliti in accordo con i diversi impegni di ognuno.

 

Costi:

30 euro l’ora per ciascun mediatore +spese di trasporto calcolate in base ai kilometri e all’autostrada.

 

 

 

 

 

 

 

 



[1]Senti che urla! Anna Coppola De Vanna, Ilaria De Vanna, Edizioni la Meridiana, 2005

[2] Vinco Vinci, Juan Carlos Torrego Seijo, Edizioni la Meridiana, 2003

[3] La mediazione familiare, Dino Mazzei, Raffaello Cortina editore, 2002.

[4] Seminario “Se tu mi vedi… io ti ascolto”, mediazione tra pari: teorie, metodi, strategie, dott.ssa  Alessandra Colombara, Genova 7 aprile 2006.

Per essere informato degli ultimi articoli, iscriviti: