La scelta del logo: somiglianze e differenze tra mediazione/counseling e Yoga

La scelta del logo

1.somiglianze e differenze tra mediazione/counseling e Yoga

Ci rivolgiamo ad un grafico, amico di D. per il logo che diventa oggetto di una lunga contrattazione, alla fine scegliamo di mantenere il nome con quattro uova sopra e quattro pallini sotto e un claim, proposto da D, counseling group, per dare il senso del lavoro di gruppo. Ci avvaliamo delle letture di A. che sta frequentando un corso per diventare insegnante di yoga e di quanto appreso da me negli anni come praticante di questa disciplina. Cosa hanno in comune lo yoga, la mediazione/il counseling?  Sono dei percorsi di conoscenza di se stessi, pongono grande attenzione al respiro e lavorano per armonizzare gli opposti. Decidiamo per il numero quattro, è il numero della conoscenza secondo un'antica tradizione yogica, è il numero dei quattro elementi (terra, fuoco, aria e acqua) e dei punti cardinali, l'uovo rappresenta la creazione, qualcosa che deve venire alla luce. I quattro pallini al di sotto della scritta danno equilibrio al disegno, l'ultimo uovo è "storto", è l'accento di Neshamà, è anche colui che sente una difficoltà, per cui è in disequilibrio ma il suo punto riflesso è allineato agli altri. Simbolicamente è una famiglia in difficoltà e quel uovo "storto" è un individuo all'interno del sistema famiglia che attraversa un momento critico ma sia il sistema che l'individuo hanno le risorse in sè per trasformare le difficoltà e trovare un nuovo equilibrio. La mediazione e il counseling sono dei percorsi di conoscenza  delle relazioni che viviamo, hanno come obiettivi di far tornare alla luce risorse nascoste, di co-creare un nuovo modo di relazionarsi basato sul sentire, sul dialogo e la formazione di un nuovo equilibrio all'interno di una persona, di una famiglia, di un gruppo.  In questo si differenziano dallo yoga che ha un focus  individuale e non prende in considerazione la relazione, l’equilibrio individuale è raggiunto attraverso degli esercizi fisici (mi riferisco in particolare ad Asana yoga che è un tipo di yoga basato sulle posizioni) che stimolano, aprendo i chakra,  il corpo e la mente, non c’è elaborazione, si sente il proprio corpo ma non si sperimenta ciò che sente l’altro. Anche i colori sono significativi per noi e per richiamare l'attenzione. Per questa scelta ci basiamo sullo studio dei chakras sui cui si fonda lo yoga e cerchiamo le somiglianze dei significati e delle funzioni con la mediazione/counseling.  Scegliamo il viola per la scritta, è un viola che si avvicina all'indaco, il colore corrisponde al sesto chakra, Ajna, che si trova tra le sopracciglia, in mezzo alla fronte, tra le sue funzioni ci sono l'intuizione, la vista, l' armonizzazione degli opposti, l'elevazione spirituale. Che cos’è il chakra? Dalle grandi galassie a spirale, a migliaia di anni luce, ai milioni di atomi che ruotano in un granello di sabbia, l’universo è composto da vorticanti ruote di energia. Fiori, tronchi degli alberi, pianeti e persone, tutti composti da piccole ruote interne, che ruotano sulla grande ruota della terra, orbitante attraverso lo spazio. Elemento fondamentale della natura, la ruota è il cerchio della vita che fluisce in tutti gli aspetti dell’esistenza. Nel nucleo interno di ciascuno di noi ruotano sette centri di energia detti chakra. Vorticante intersezione di forza vitale, ciascun chakra riflette un aspetto della coscienza essenziale per la nostra vita. Insieme, i sette chakra formano una profonda formula di completezza che integra mente, corpo, e spirito. In quanto sistema completo, i chakra costituiscono uno strumento potente per la crescita personale e planetaria. I chakra sono centri di attività per la ricezione, l’assimilazione e la trasmissione dell’energia vitale. Sono centri energetici conduttori che interessano e governano precise zone e funzioni corporee, stati psichici a queste collegati nonché elementi e attività cosmiche. Vengono chiamati anche padma, loto e come tali sono rappresentati. Il loto è un fiore particolarmente utilizzato nella simbologia indù, poiché si ritiene che sbocci e si chiuda con l’alba e il tramonto del sole, rispondendo al richiamo della luce. E’ inoltre il simbolo dell’ascesa spirituale[1]”….. “L’elemento corrispondente al sesto chakra è la luce. Quanto siamo in grado di vedere dipende dall’apertura o dallo sviluppo del chakra inclusa, ad un certo punto, l’acutezza della normale capacità visiva. La gamma di capacità visive e psichiche va da coloro che osservano attentamente il mondo fisico alle persone dotate di percezione psichica, in grado di vedere l’aura, i chakra, i dettagli del piano astrale, la precognizione (vedere gli eventi in altri tempi) e la vista remota (vedere in altri luoghi).[2].” Poiché ogni chakra corrisponde ad una ghiandola, il numero sei è correlato alla ghiandola pineale, definita la <<sede dell’anima>>. “La ghiandola pineale  è una piccola ghiandola (approssimatamene 10x6 mm) a forma di cono situata nel centro geometrico della testa, all’incirca a livello degli occhi. Agisce da misuratrice luminosa per il corpo e traduce le variazioni di luce in messaggi ormonali trasmessi all’organismo attraverso il sistema nervoso autonomo. La ghiandola pineale ha effetti tranquillizzanti sul nostro sistema nervoso[3]. Questo chakra rappresenterebbe la possibilità di sovrintendere a ciò che sta sopra e a ciò che sta sotto, cioè svincolarsi dal mondo esterno superando le dualità (il due converge in uno) e dai cicli di morte e rinascita. La coscienza di questo chakra apre e fa cadere il velo di "maya", l'illusione, le apparenze del mondo. Nello yoga la caduta del velo di “maya” riguarda il proprio essere, le convinzioni, il modo di vedere il mondo in un’ottica più individuale che relazionale (per esempio si lavora attraverso la respirazione, le posizioni, la meditazione sul proprio senso di attaccamento alle cose e alle persone). La mediazione e il counseling svelano, secondo modalità uguali e diverse, i giochi relazionali e permettono alle persone di capire il senso del loro agire, cade il velo di "maya", vengono alla luce le emozioni e i sentimenti di tutte le parti di un sistema, ci si libera di quelle che creano blocchi elevandosi ad una visione della situazione non più prigioniera di rabbia, rancori, odi ed incomprensioni. Il mediatore armonizza le esigenze e le richieste opposte cercando insieme ai clienti la via di mezzo, dove il sentire di tutte le parti viene accolto. In queste professioni l'intuizione deve accompagnare le tecniche. Il colore viola appartiene anche all'uovo "storto", colui che vive la difficoltà ha l'opportunità di evolvere, di crescere. Le tre uova sull' h,a,m della scritta Neshamà sono di colore arancione, è il secondo chakra, svadhisthana, la radice svad significa assaporare con gioia, addolcire, adhistthana significa residenza, localizzazione. Quando la pianta ha radici profonde ed è ben innaffiata, allora il frutto è dolce. Si trova nella parte bassa dell'addome tra l'ombelico e i genitali, corrisponde al ganglio nervoso detto "plesso sacrale". L'elemento è l'acqua, questo chakra è il centro delle emozioni, del desiderio, del piacere, della procreazione, delle sensazioni, e del movimento. Nell’Albero della vita della Cabala, il secondo chakra corrisponde a Yesod, la sfera dell’acqua e della luna, che sospinge avanti e indietro gli oceani in un movimento ritmico dualistico[4]. Passiamo dall'elemento terra che è proprio del primo chakra Muladhara a quello dell'acqua dove il solido diventa liquido, l'immobilità diventa movimento. Così attraverso un processo di mediazione o di counseling si smuovono blocchi in se stessi e nelle persone, si crea un movimento di cambiamento che aiuta le persone a incontrarsi nelle rispettive differenze. Nello yoga non è presente l’incontro con la differenza dell’altro, può accadere nella pratica dello yoga a coppia che si percepisca la differenza del corpo dell’altro ma non diventa occasione di elaborazione. Secondo la tradizione yogica attraverso questo chakra espandiamo la coscienza da una sensazione di unità alla realizzazione della differenza, la comprensione di noi stessi in quanto individui ci porta alla consapevolezza degli altri. La coscienza del secondo chakra è stimolata dalla danza delle polarità. Nei chakra superiori raggiungiamo livelli di coscienza che trascendono la dualità, ma nel secondo chakra la dualità diventa la forza motivante del movimento e del cambiamento. La dualità, dall'unità iniziale, deve alla fine ritornare all'unità. Di conseguenza gli opposti si attraggono. Le polarità che si attraggono creano il movimento che è l'opposto dell'immobilità del primo chakra. Se il primo chakra cerca di trattenere e di creare una struttura, il secondo lascia andare e crea flusso. Nelle relazioni e all'interno di ognuno di noi convivono le polarità, quando queste non sono più in armonia nascono i conflitti.  L’insegnante di yoga predispone la lezione in modo che l’allievo, attraverso gli asana e il canto dei mantra, lavori su tutti chakra sbloccando tensioni fisiche e armonizzando le polarità. L'uomo non può sfuggire a questo scontro di polarità che è doloroso ma è portatore di un messaggio di rinnovamento che verrà alla luce con l'accompagnamento del mediatore e del counselor, dalla lotta degli opposti si passerà ad una danza. La mediazione e il counseling sbloccando posizioni, aprendo canali diversi da quelli mentali, si permette alle persone di connettersi a livello emotivo, si attiva il flusso della compassione.  Il secondo chakra è collegato alla luna, la luna influisce sulle maree, le nostre passioni possono muovere molte energie. “Le emozioni (dal latino movere <<muovere>> ed e, che significa fuori) sono l’evoluzione della coscienza attraverso il corpo. Le emozioni sono una reazione complessa e istintiva al piacere e al dolore. Esse hanno origine nell’inconscio e, con il movimento, riescono a emergere nella consapevolezza. Bloccando una emozione, limitiamo il movimento. Allora le emozioni possono rimanere nell’inconscio, significa che non ne siamo consapevoli. Attraverso il desiderio e le emozioni creiamo il movimento. Attraverso il movimento creiamo il cambiamento. La coscienza fiorisce sul cambiamento. E’ questa l’essenza e la funzione del secondo chakra”[5] La luna governa ciò che è inconscio, misterioso, invisibile, oscuro e femminile. L'essere umano ha una naturale tendenza al piacere e si allontana dal dolore. Il piacere ci spinge ad espanderci, il dolore ci rende contratti, il piacere aiuta la mente e il corpo a stabilire una comunicazione migliore, attraverso il piacere impariamo a rilassarci, ad allentare le tensioni, il piacere stimola la resa, un processo necessario per il risveglio spirituale. Il piacere permette di armonizzare i nostri sensi, non dobbiamo ignorare le sensazioni a livello del corpo, la sensazione è una fonte di informazione per tutti i livelli di coscienza. Il piacere, i sensi, le emozioni sono essenziali elementi del secondo chakra. Quando viviamo un'emozione facciamo uscire la nostra energia dall'inconscio e la facciamo scorrere nel corpo fino alla mente conscia. Questo flusso di coscienza nutre il corpo, lo purifica, lo guarisce, è un flusso di energia vitale attraverso il quale raggiungiamo un cambiamento. Ci vuole energia per reprimere le emozioni, perciò liberare le emozioni allenta le tensioni. Senza parole, con la concentrazione sul proprio respiro, la consapevolezza dei propri movimenti, la connessione con una forza più grande, l’allievo di yoga può sciogliere la tensione concentrata in un muscolo, in un articolazione liberando l’emozione concentrata ma questa non viene mai verbalizzata, è  lasciata andare. Il counseling è una via per gestire in modo costruttivo e generativo le emozioni attraverso delle tecniche comunicative. Oltre al linguaggio, il counselor può usare anche delle tecniche che aiutano il cliente a connettersi con una sensazione di benessere, in quello stato di benessere che spesso è generato da ricordi di eventi vissuti, dove c'è solo calore, luce e pace il cliente completamente rilassato e connesso con questa positività cambia lo stato d'animo ed estrae la risorsa con cui andrà ad affrontare la difficoltà per vederla sotto un'altra prospettiva e trasformarla.



[1] Anodea Judith, Chakras ruote di vita, Armenia editore,p. 21. M.Albanese, G.Cella, F.Zanchi, I Chakra, l’universo in noi, Xenia Tascabili, p.29.

[2] M.Albanese, G.Cella, F.Zanchi, I Chakra, l’universo in noi, Xenia Tascabili, p.48.

 

[3] Anodea Judith, Chakras ruote di vita, Armenia editore, p.248.

 

[4] Anodea Judith, Chakras ruote di vita, Armenia editore, p.106.

 

[5] Anodea Judith, Chakras ruote di vita, Armenia editore, p.112-113.

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